Ho rimesso in funzione il mio iMac G3 Bondi Blue

Cosa c’è di meglio da fare durante le vacanze natalizie se non del buon retro computing? È un po’ che guardavo il mio iMac G3 appoggiato sullo scaffale, e finalmente ho trovato il tempo di rimetterlo in sesto.

Sia chiaro, ora non ho un Mac che posso usare tutti i giorni, e tornerà sicuramente sullo scaffale passata questa euforia, ma è stato divertente metterci mano e riassaporare un po’ la possibilità di smontare il computer e metterci mano, cosa che con i Mac di oggi è impossibile.

Situazione iniziale

L’iMac è il modello Bondi Blue del 1998 (revisione A), con sistema operativo Mac OS 9.2.2. Le caratteristiche tecniche non sono delle migliori:

  • processore PowerPC a 233 MHz
  • 160 MB di RAM (penso fosse già stata aumentata dal precedente proprietario)
  • 4 GB di hard disk
  • CD-ROM 24x
  • Ethernet integrata

L’idea è semplice: aumentare la RAM, cambiare l’hard disk e aggiornare il computer a Mac OS X, magari provando le varie versioni fino alla 10.2. Ufficialmente l’ultima versione supportata è la 10.3, ma sui vari forum viene sconsigliata perché rende la macchina quasi inutilizzabile.

Aggiornamento hardware

Su eBay ho trovato un banco di RAM da 128 MB, da un venditore tedesco a 6,89 €. Bisogna cercare con attenzione, l’unica tipologia supportata è la PC66 SDRAM, ma non è nemmeno troppo difficile trovare ancora dei banchi originali o comunque compatibili.

Per l’hard disk, invece, ho recuperato un disco da 20 GB che non utilizzato, un normale PATA da 3,5″, come quelli che si montavano nei PC fissi dei primi anni 2000 (quanto mi sento vecchio).

Per installarli, bisogna smontare lo sportello inferiore del Mac, scollegare i cavi e rimuovere la scheda logica:

Da qui si accede allo scompartimento che contiene la RAM e il processore (nascosto dal dissipatore):

L’hard disk, invece, è leggermente più ostico, perché si trova sotto il lettore CD. Come sempre, la cosa migliore è seguire la guida di iFixit, che spiega i vari passaggi da effettuare.

Fatto! Rimontiamo tutto, colleghiamo i cavi e scopriamo se funziona!

Batteria e reset CUDA

Poteva andare tutto liscio? Ovviamente no. Al primo riavvio l’iMac è partito correttamente, e un’icona indicava la mancanza dell’hard disk:

Tutto ok, l’hard disk era da formattare quindi nessun problema. Al successivo riavvio, però, l’iMac non voleva saperne di ripartire. Classico “gong” iniziale ma schermo nero, nessun segnale di vita.

Smonto tutto nuovamente e provo un reset CUDA. Si tratta di un bottoncino presente sulla scheda madre, che effettua una sorta di reset “profondo” e che tendenzialmente risolve questi problemi. Premo il bottone una sola volta, come si trova nei manuali, dovrebbe bastare per eseguire il reset. Rimonto nuovamente l’iMac, ma ancora nulla, l’iMac non vuole proprio ripartire.

Provo quindi una serie infinita di reset, più o meno strani che trovo in rete. Nessun risultato, il Mac non si avvia. Provo a rimettere il vecchio hard disk e togliere il banco nuovo di RAM, ma la situazione non cambia. Ad un certo punto su un forum trovo un utente che scrive:

I have to press the CUDA button for at least 30 seconds to boot up my Mac

GENIO! Provo a tenere premuto per 30 secondi questo dannatissimo bottone e.. boom! L’iMac si accede nuovamente! Finalmente!

Mission impossible: masterizzare dei CD nel 2023

Avevo già scaricato le immagini di Mac OS X dal fantastico sito MacinotshRepository, che contiene una serie infinita di software per i computer vintage di Apple.

Pensavo che masterizzare le immagini sarebbe stato veloce, ma ho sottostimato questo aspetto. Masterizzare dei CD nel 2023 non è per nulla scontato. La prima impresa è stata recuperare dei CD vergini: ne avevo recuperati 3, pensando fossero sufficienti. Ma li ho buttati con le prime prove di masterizzazione. Ho recuperato poi una mezza “campana”, circa 20 CD, che fortunatamente sono bastati.

L’unico computer con un masterizzatore che avevo in casa era il mio MacBook bianco che ho recentemente rimesso a nuovo. Ho provato quindi a masterizzare le immagini da li, ma i CD non venivano riconosciuti dal Mac. All’avvio, infatti, il Mac tentava di partire da CD ma non riusciva, restava in uno stato non ben definito.

Anche qui spulciando sui vari forum consigliavano di masterizzare le immagini con Mac OS, perché a quanto pare altri sistemi operativi saltano qualche file nascosto. Ho dovuto quindi collegare il vecchio hard disk con macOS al MacBook e masterizzarli dal caro vecchio “Utility Disco”, che non ha fallito l’obbiettivo.

Mac OS X 10.0

“Disco dentro, C a martello, scatenate l’installazione!” (semicit)

Anche qui, primo inghippo. L’installer non mi permetteva di selezionare il disco fisso, nonostante lo avessi inizializzato da Utility Disk. Dopo varie ricerche, ho scoperto che la partizione in cui installare il sistema operativo deve essere al massimo di 8 GB. Ho quindi partizionato in due il disco, e finalmente ho potuto scegliere la destinazione e proseguire.

L’installazione dura circa 30/40 minuti, con quel piacevole rumore del CD che gira, un suono che avevo rimosso.

Ed ecco finalmente Mac OS X 10.0:

La prima versione di Mac OS X non è sicuramente delle migliori, il sistema è abbastanza lento e qualche applicazione mi è crashata in pochi minuti di utilizzo. Però il design è davvero figo, alcuni degli elementi e parte dell’interfaccia è praticamente la stessa che c’è oggi in macOS. La mela colorata nella barra dei menu è qualcosa che dovrebbero reintrodurre!

Si avete visto bene, come browser di default era installato Internet Explorer 5. Purtroppo navigare con quei browser oggi è impossibile, la cifratura dei siti HTTPS moderni non è supportata. Ci sono dei meccanismi per risolvere il problema, ma non ho ancora avuto modo di provarci.

Piccola nota, gli screenshot ho dovuto realizzarli con il tool integrato nell’OS, perché la classica combinazione “Cmd + Shift + 3” non funzionava, a quanto pare è stata implementata successivamente.

Mac OS X 10.1

Ho installato poi Mac OS X 10.1, la procedura di installazione è praticamente la stessa, mentre il sistema operativo sembra più stabile e scattante. In questa versione sono stati introdotti iTunes e iMovie:

PS: qui la combinazione per fare gli screenshot era funzionante.

Mac OS X 10.2

Prima piccola novità avviando il CD di Mac OS X 10.2: invece dell’icona dell’Happy Mac, appare il logo grigio Apple. La procedura di installazione è del tutto simile alle versioni precedenti. In questo caso sono 2 i CD da utilizzare e la procedura è durata circa 1 ora e mezza.

Il sistema è sicuramente più rifinito, non ci sono più quei piccoli errori e imperfezioni delle versioni precedenti (ad esempio alcune parti non localizzate in italiano), anche se l’iMac sembra faticare un po’ di più rispetto alle precedenti versioni.

Spuntano anche alcune vecchie conoscenze: iChat, Rubrica e iPhoto.

Conclusioni

Non nego che arrivare in fondo è stata un’avventura, soprattutto quando il Mac non si avviava ho pensato di richiudere tutto e riporlo nello scaffale. Ma noi ingegneri siamo teste dure, e farci desistere da qualcosa è davvero difficile.

Prossimamente voglio cercare di avere un browser funzionante, per poter visitare bubidevs dall’iMac G3. Ci sono dei proxy server che permettono di navigare con vecchi browser non più supportati. Uno dei più consigliati è WebOne, devo trovare il tempo di configurarlo.

Vorrei anche riuscire a fare il dual boot tra Mac OS X e Mac OS 9, è una procedura supportata, quindi non dovrebbe essere complicato.

In definitiva, avrei potuto impiegare meglio il mio tempo? Si. È stato utile? No. Mi sono divertito? Un sacco. Quindi va bene così, ora posso guardarmi uno dei più bei Mac di sempre ed essere soddisfatto di averlo rimesso in funzione.

Ingegnere informatico e sviluppatore freelance, mi occupo da anni di sviluppo per iOS (ma non solo). Dal 2008 scrivo su questo piccolo blog (con qualche lunga pausa), in cui parlo di programmazione e di qualsiasi altra cosa che mi diverta.

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